Inauguriamo questa rubrica con una ricetta assolutamente unica!
Le “crucette” fanno parte di una tradizione centenaria, che si tramanda nelle famiglie calabresi da madre in figlia.
L’idea di farvi conoscere questa ricetta prende spunto dalla lavorazione e preparazione dei fichi, che avviene proprio in questo periodo dell’anno.
I nostri ospiti abituali conoscono perfettamente la bontà di questi frutti, che durante il periodo estivo, vengono raccolti tutte le mattine nel giardino del Blu Eden e serviti sia sul buffet della prima colazione che a fine pasto come dessert.
Ma la produzione è così tanta che la gran parte dei fichi viene aperta a metà e fatta essiccare al sole sui cosiddetti “cannizzi”, (graticci di canne unite da fil di ferro) in modo tale da far fuoriuscire tutta l’umidità presente all’interno del frutto, che diviene, così, conservabile per tutto il resto dell’anno. Quella dell’essicazione è una fase molto delicata, poiché i fichi vanno rivoltati più volte nell’arco della giornata, per far sì che la disidratazione avvenga in maniera uniforme.
Una volta disidratati sono pronti per essere lavorati!
Occorre, a questo punto, armarsi di tanta pazienza e, dopo aver selezionato con cura i fichi più grandi, è necessario dividerli, uno alla volta, manualmente a metà.
Ma non finisce qui!
Il fico viene riempito con una mandorla o con un gheriglio di noce, con aggiunta di un pezzetto di buccia di cedro o limone, dopodichè vi si sovrappone un altro fico, pressandolo manualmente.
A questo punto altri due fichi vengono sovrapposti ai primi due, in modo tale da formare una croce (la “crucetta”).
Le “crucette”, così preparate, vengono infornate, con foglie di limone, a 180° per circa quindici minuti, fino ad ottenere una colorazione dorata.Quest’ultima fase consente la caramellizzazione dello zucchero presente nei fichi e, l’ulteriore essiccazione che ne consegue, produce un effetto di sterilizzazione del frutto.
Gli aromi che vengono sprigionati dalle bucce di limone, grazie all’elevata temperatura, permettono una conservazione naturale del prodotto, donandovi un sapore assolutamente unico.
Nell’antichità le “crucette” venivano fatte cuocere nel forno a legna; le contadine calabresi, con grande maestria, riuscivano a gestirne la cottura, senza farle bruciare.
Una volte sfornate, vengono, ancora calde, conservate in capienti barattoli di vetro, con una spolverata di cannella e bagnate con liquore alla sambuca.
Le “crucette” , per la popolazione contadina, rappresentavano il simbolo delle festività più importanti, poiché era uno dei pochi dolci che poteva permettersi nel periodo natalizio ed in quello pasquale.
La versione più golosa si ottiene ricoprendo le “crucette” di cioccolato fondente sciolto a bagnomaria.
Se vi è venuta l’acquolina in bocca, venite pure ad assaporare questa specialità, che troverete sul nostro buffet della prima colazione.
Ci auguriamo che questo articolo vi sia piaciuto, potete condividerlo, scrivere le vostre impressioni e farci sapere cosa ne pensate.
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Un ringraziamento doveroso alla nostra fantastica cuoca Teresa!
Grazie a presto!